Trattato della Pittura di Lionardo da Vinci
1651
Giacomo Langlois, Paris
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Se vuoi fare che la vicinità d'un colore dia gratia all' altro che con lui confina, usa quella regola che si vede fare alli raggi del sole nella compositione dell' arco celeste, li quali colori si generano nel moto della pioggia, perché ciascuna gocciola si trasmuta nel suo discenso in ciascuno de i colori di tal' arco, come s'è dimostrato al suo luogo.
Hora attendi, che se tu vuoi fare un eccellente oscurità, dagli per paragone un' eccellente bianchezza, e cosi l'eccellente bianchezza farai con la massima oscurità; & il pallido farà parere il rosso di più fo cosa rossezza che non parrebbe per se in paragone del pavonazzo. Ecci un altra regola la quale non attende a fare li colori in se di più suprema bellezza ch' essi naturalmente siano, mà che la compagnia loro dia gratia l'un all' altro, come fà il verde al rosso, e così l'opposito, come il verde con l'azzurro. Et ecci una seconda regola generativa di disgrata compagnia, come l'azzurro col giallo, che biancheggia, o col bianco, e simili, li quali si diranno al suo luogo.