Trattato della Pittura di Lionardo da Vinci
1651
Giacomo Langlois, Paris
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I345
Gl' edifitii delle città veduti sotto all' occhio ne' tempi delle nebbie, e dell' arie ingrossate da i fumi de' loro fuochi, o altri vapori, sempre saranno tanto meno noti, quanto sono in minor altezza. e per la conversa fiano tanto più spediti e noti, quanto si vedranno in maggior altezza. Provasi per la quarta di questo, che dice: L'aria esser tanto più grossa, quanto è più bassa, e tanto più sottile, quanto è più alta. E questo si dimostra per essa quarta posta à basso: e diremo la torre A. F. esser veduta dall' occhio N. nell' aria grossa, la quale si diuide in quattro gradi, tanto più grossi, quanto son più bassi.
Quanto minor quantità d'aria s'interpone fra l'occhio e la cosa veduta, tanto meno il color d'essa cosa parteciperà del color d'essa aria. Seguita che quanto maggior quantità fia d'aria interposta infra l'occhio e la cosa veduta, tanto più essa cosa partecipa del colore dell' aria interposta. Dimostrasi. Essendo l'occhio N. al quale concorrono le cinque spetie delle cinque parti della torre A. F. cioè A. B. C. D. E. Dico che se l'aria fusse d'uniforme grossezza, che tal proportione harebbe la partecipatione del color dell' aria che acquista il piè della torre F. con la partecipatione del color dell' aria che acquista la parte della torre B. qual' è la proportione che hà la longhezza della linea M. F. con la linea B. S. Mà per la passata, che prova l'aria non essere uniforme nella sua grossezza, mà tanto più grossa quanto ella è più bassa, egli è necessario che la proportione delli colori in che l'aria tinge di se le parti della torre B. & F. siano di maggior proportione che la proportione sopra detta, con ciosiache la linea M. F. oltre l'esser più longa che la linea S. B. passa per l'aria, che hà grossezza uniformemente difforme.