Trattato della Pittura di Lionardo da Vinci
1651
Giacomo Langlois, Paris
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I342
In questo & in ogn' altro caso non dee dar noia al pittore come si stia il muro doue esso dipinge, e massime havendo l'occhio che riguarda tal pittura à vederla da una finestra, o da altro spiracolo: perché l'occhio non hà da attendere alla planitie, ouero curvità d'esse parti, mà solo alle cose che di là da tal parete s'hanno à dimostrare per diversi luoghi della finta campagna. Mà meglio si farebbe tal figura nella curvità F. R. G. perché in essa non sono angoli.